sabato 4 febbraio 2012

1."Firmitas" (solidità) e divagazioni

3 (in)utili post sul significato di Firmitas (solidità), Utilitas (utilità) e Venustas (bellezza). Definizioni che per l'architettura sono indispensabili. Ci arrivano direttamente dall'importante trattato di architettura De Architectura di Vitruvio. Voglio vedere la faccia contenta, per cui fatevi una foto con instagram e postatemela. Non avete instagram? Non avete un iphone? E perché diavolo vi state interessando di architettura?! No, io c'ho il Nokia.

1.FIRMITAS - solidità, stabilità


"Firmitas" significa solidità. Logicamente, un edificio deve stare in piedi per cui tu, progettista o sedicente tale, fai poco il simpatico con le forme strane e pondera bene come vuoi farlo stare su, far sì che sia solido.
Come saprete, all'università - il secondo giorno - partono con il terrorismo psicologico:
"se crolla qualcosa è colpa vostra", "fatevi una buona assicurazione", "poi non lavorate più, eh". I più mattacchioni vi raccontano la solita barzelletta: "Un medico seppellisce i suoi fallimenti, un architetto al massimo può metterci degli alberi intorno". Non fa ridere.
[soprattutto perché l'ha detto Frank Lloyd Wright ed era diversa: "Un medico puo' seppellire i propri errori, ma un architetto puo' solo consigliare al cliente di piantare rampicanti."]
Ma se fino al giorno prima ti hanno rimpito la testa con frasi del tipo "ci sono troppi architetti" e "non sarai mai un architetto"?

A noi, in ogni caso, viene l'ansia. L'ansia da prestazione, pur sapendo che la prestazione...campa cavallo che l'erba cresce!

Comunque, nella mera ipotesi che voi siate a) dei geni, b) dei furboni sculati, c) persone normali che hanno perso la salute all'interno della facoltà per arrivare a svolgere la professione, le basi di come un edificio stia in piedi dovete saperle. Pare impossibile a tutti, all'inizio, che un nostro progetto possa prendere vita e rimanere lì, a guardare lo scorrere del tempo eppure un edificio è qualcosa che rimane e per farlo ha bisogno proprio della stabilità.

Devo avvertirvi sul fatto che essa è inscindibile dall'utilità e dalla bellezza, di cui parleremo più avanti, poiché se progettate una schifezza (non importa come abbiate vinto l'appalto, c'è gente che ha gusti alquanto discutibili) solidissima che non crolla manco con le cannonate, verrete ricordati per quella schifezza.
Inoltre, sarebbe un EPIC FAIL se fosse pure una schifezza instabile.
L'opinione della gente sarebbe divisa in commenti del tipo:
"Oh, è crollato il Torrone (in Italia, agli edifici strani danno, ovviamente, nomi idioti di oggetti semplici e/o elettrodomestici-> vedi Ferro da Stiro, Matitone, Lavatrici,  ecc.)" e tutti "Oh, menomale, grazie al cielo, faceva veramente cag..." e voi sapete il resto. Ma almeno, se non avrete provocato danni a persone/cose/animali/altrearchitetturepiùfighedellavostra tutti si dimenticheranno dell'errore e la vostra esistenza non sarà più ricordata come quella di un cretino che ha progettato certa merda. Al più non verrete ricordati affatto, meglio che l'infamia a vita nei secoli dei secoli, no?

Ok, vi ho fatto anche io un po' di terrorismo psicologico, ma solo perché molto spesso ci traggono in inganno. Ci fanno credere che opere molto famose e utili, stabilissimerrimechepropriononcrollanomai, siano capolavori. Il problema è che tu gli occhi li hai ancora e, soprattutto all'inizio (che è già un miracolo tu sappia distinguere lo Ionico dal Corinzio), non riesci nemmeno a scovare quella strabiliante utilità di cui ti parlano. O, come la chiamano? Potenza comunicativa?
Di conseguenza si apre il diagramma di flusso: se è stabile -> è utile -> è bella
Io credo che sia l'ordine di queste parole, molto spesso, a essere sbagliato. E con le parole gli architetti si sbizzarriscono meglio degli avvocati. Sanno riempirsi la bocca di aforismi, citazioni, neologismi che capiscono solo tra loro. Non si rendono conto che invece di sembrare colti e interessanti, vengono presi come dei poveri fessi che parlano di cose inutili e persino irritanti.

Io sono per un tipo di comunicazione diversa.
E' giusto che tu abbia una conoscenza tecnica, sia preparato su quello che fai, ci mancherebbe. Devi essere ben preparato, colto. Tuttavia, l'architettura è spesso qualcosa che i non esperti del campo non riescono a inquadrare bene poiché il mondo è fatto di persone diverse e sta al professionista riuscire a parlare ad esse facendosi capire in ogni modo, da chiunque. E' inutile vantare un vasto vocabolario tecnico, se poi si parla con chi ne ha uno diverso dal nostro. Poi, c'è chi ascolta davvero con interesse e chi, non capendo, si sente a disagio e ti percepisce come una figura troppo piena di sé. Alla luce di questo, a nessuno viene voglia, giustamente, di approfondire l'argomento.
Dispiace, perché l'architettura è di tutti.
Per chi lo vede ogni mattina, il tuo Torrone è stato messo lì con troppe pretese. Diranno che "nessuno te l'ha chiesto". Può essere stabile e utile, ma fare schifo. Quindi, mai tralasciare i tre aspetti di solidità-utilità-bellezza, averli ben chiari in testa è un gran passo avanti. Poi fa anche figo che citiate Vitruvio e iniziate ad ammantarvi di una discreta aura sexy.
Non dimentichiamoci mai delle persone, perché esse, se avranno culo, ci vivranno per sempre all'ombra del tuo stramaledettissimo Torrone.

L'importanza di studiare, capire, andare a fondo va sottoolineata. Riempio anche io questo post di retorica, perché le premesse, volente o nolente, devo farle. Voi comunque 'sta roba potete saltarla a pié pari. Presto parleremo davvero di architettura, di robaccia trovata in giro e amenità divertenti. Altra foto instagram con il dito medio alzato, concessa.







venerdì 3 febbraio 2012

Inizio semi-serio di un blog semi-serio

Cominciare un post in questo blog non mi è affatto facile, ma cercherò di partire dal principio [premio "banalità del giorno" vinto].

Quando ho iniziato a frequentare l'università (Facoltà di Architettura, chiaramente) avevo delle grandissime aspettative: "Farò qualcosa per gli altri, progetterò case bellissime, mi farò una villa da film..."
Il tempo e l'esperienza le hanno bellamente mandate a quel paese. L'architettura è materia seria, serissima, praticamente ingessata. Creatività? Bellezza? Macché... tanto tu un architetto non ce lo sarai mai! 
Dopo il primo momento di scazzo, ti rendi conto che non sopravviverai in questo ambiente tanto a lungo se quella serietà non la manderai anche tu a quel paese come hanno fatto gli altri con le tue aspettative. Probabilmente, anzi sicuramente, non si tratta solo di questo campo, ma QUI si parla di architettura. Quindi ingegneri e geometri statene alla larga, potrebbe nuocere alla vostra salute, ma anche a quella di tutti gli altri. Soprattutto agli idraulici.

Ordunque, sono qui oggi con un obiettivo: parlare di stabile, bella e utile architettura, senza mai dimenticare nessuno di questi tre punti. Quante volte vi è successo di ammirare un edificio meraviglioso e poi scoprire che era una fregatura? Che magari l'acqua entra da infiltrazioni impensabili, le porte sono strette e il cesso sta nel sottoscala? Oppure opere super funzionali che svolgono perfettamente il loro lavoro, ma che, oggetivamente, fanno schifo, ma non potete dirlo perché sono firmate da illustri nomi?
Purtroppo, essendo io una persona sola, non posso parlare a nome di tutti, ma cercheremo di andare a vedere insieme (quanto altruismo, manco fossi l'insegnante di sostegno) che cosa ci piace e cosa no di questa "scienza" che i più semplicemente ignorano, poiché è stata messa loro davanti così, senza preavviso. Nell'era di Facebook nulla può essere fatto senza prima mandare una notifica. Ce lo sai, però.

Per l'occasione ho anche un'identità segreta e il mio avatar manga! E' al passo coi tempi: ha la sciarpa di Fuffas, l'espressione dinamica, il sorriso arrogante, le sopracciglia colorate e New York sullo sfondo. Faccio, insomma, un botto di tendenza.

Invito i giovani futuri architetti a scrivermi. Dei vecchi e decrepiti esperti professionisti a noi non interessa, a meno che non siano baldi e frizzanti (?) progettisti intenzionati a farsi (anche) due risate e imparare da chi sa meno di loro.
Come si fa, dite?
E io che ne so? Non ho ancora cominciato.